VERNACCIA DI ORISTANO DOC ANNATA 1979 ATTILIO CONTINI 75 CL DOC SARDEGNA CABRAS su Secondamano.it vini e gastronomia,

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Data inserimento: 13/08/2021


VERNACCIA DI ORISTANO DOC ANNATA 1979 ATTILIO CONTINI 75 CL DOC SARDEGNA CABRAS

1 bottiglia da 0,75 L. di: Vernaccia di Oristano Contini - millesimo ☆1979☆ ~D.O.C.~ - 75 cl. La Vernaccia di Oristano, un tesoro sardo: la cantina Contini. Ha una storia lunga (il primo documento in cui se ne fa cenno risale al XIV secolo, ma ha origini molto più antiche) e rientra nella prima nata tra le DOC della Sardegna. Nel 1971 vede infatti la luce la denominazione della Vernaccia di Oristano, un grande vino dell’isola dalle caratteristiche uniche e un procedimento che prevede l’affinamento in botti scolme, condizione nella quale i lieviti residui affiorano sulla superficie formando un velo noto come flor. Sfumature sensoriali di grande complessità e un’ossidazione “virtuosa” caratterizzano questo vino come un capolavoro di armonia che si dipana tra olfatto e gusto. Ruggero Ariu, enologo in staff alla Cantina Contini, ci ha raccontato nel dettaglio come viene lavorata la Vernaccia in questa azienda fondata nel 1898 che è alla sua quarta generazione di famiglia e si trova a Cabras, in provincia di Oristano, nella penisola del Sinis. "Questa cantina è sempre stata famosa soprattutto per la valorizzazione e la vinificazione di due vitigni autoctoni sardi, più ancora nello specifico di questa zona: la nieddera, bacca rossa con cui si produce principalmente rosato anche se una parte delle vigne, gestite in modo diverso, dà uve per vini che affinano anche in legno. Poi la vernaccia con le sue caratteristiche e stile di consumo che non ci si aspettano in generale da un vino bianco al quale di solito si chiede semplicità, grado alcolico moderato e immediatezza di beva. Perché di fatto questa Vernaccia si presenta con gradazioni che vanno dai 15 fino ai 19 gradi alcolici, colorazioni giallo ambrate importanti e profumi peculiari dettati dal particolare stile di affinamento." Tutto ha inizio naturalmente in campagna: "la produzione per ettaro è molto bassa (80 quintali, il disciplinare ne impone 90) e i terreni sono da deposito alluvionale o da terreni sabbiosi nei quali troviamo ancora vigne a piede franco. Il grappolo è piccolo, con acini di medie dimensioni. Caratteristiche queste che anche grazie al microclima della zona fanno sì che si raggiungano maturazioni e anche sovramaturazioni eccezionali che consentono al vino base di avere già un alto potenziale alcolico, non meno un ph basso che aiuta già in partenza a dare una bella longevità." Ma, continua Ariu, "al di là di questo è la fase di affinamento che caratterizza questo vino." Ed è davvero un`esperienza interessante far visita all`imponente barricaia nel magazzino storico di Contini dove nella primavera successiva alla vendemmia i vini nuovi dopo la fermentazione del mosto vengono posti ad affinare in caratelli di legno, generalmente di castagno in passato e ora anche in rovere francese o americano. "Non si tratta di un affinamento classico, perché qui il vino va in botti scolme tra il 10 e il 20% della loro capienza. In questo modo, grazie tanto al microclima quanto alla presenza di lieviti Saccharomyces cerevisiae, si forma in superficie un velo dal colore biancastro chiamato flor. È questo a proteggere il vino da un eccesso di ossidazione nel lungo corso dell`invecchiamento." Va ricordato che non è semplice a originarsi, perché al di sotto dei 14,5 gradi alcolici il rischio per il vino di diventare aceto è altissimo e sopra i 16 il flor cessa di vivere. Nel momento in cui tutto funziona i lieviti iniziano una seconda fase metabolica e grazie all`aria che si trova nelle botti, per mezzo dell`alcol danno origine alle sostanze peculiari per il futuro carattere del vino. La Vernaccia di Oristano non può affinare in acciaio, perché è proprio grazie all`evaporazione dell`acqua favorita dalla porosità delle botti in legno (le molecole d’acqua sono più piccole rispetto a quelle dell’alcol) che la perdita di alcol nella seconda fase non inficia il vino annacquandolo. “Se il disciplinare impone un affinamento in legno di almeno tre anni, qui abbiamo in commercio annate che risalgono anche agli anni settanta del 1900. Grazie al tempo che passa troviamo concentrazione, vini ricchi e sapidi, che lasciano la bocca marcata. E ricordiamoci che si tratta di un vino secco, tutt’altra cosa rispetto a un passito. Basti dire che quando in cantina operiamo sulla Vernaccia restiamo dei giorni con le mani profumate.” Nella nostra breve ma significativa degustazione, abbiamo assaggiato l’annata più giovane, un vino di calda armonia che può anche diventare un perfetto aperitivo, magari accompagnato a una locale bottarga, per poi passare a una riserva del 1995 il cui colore oro intenso e un naso complesso di spezie e macchia mediterranea insieme a una bocca tanto pulita quanto intensa fanno pensare a un Fiore sardo con la giusta stagionatura. L’Antico Gregori, gioiello di famiglia prodotto con il metodo Solera (la base risale ai primi del secolo scorso), è di una ampiezza olfattiva indimenticabile in cui nobili note salmastre, nocciole e mandorle tostate lasciano spazio all’intensità del miele di castagno. Balsamico e di una lunghezza impressionante, è un vino che non si dimentica facilmente.

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